UN CERCHIO MAGICO
Sul pavimento è disteso un telo colorato. A guardarlo dall’alto potrebbe sembrare un fiore molto particolare, perché all’estremità di ogni petalo ci sono … bambini!
Camminano intorno al telo, seguendo le indicazioni delle conduttrici. Stanno uno dietro all’altro, mentre camminano; ognuno si muove seguendo un proprio movimento, ma allo stesso tempo insieme agli altri bambini, quasi sintonizzandosi con loro.
Ad un certo punto ai bambini viene richiesto di fermarsi all’altezza degli “spicchi colorati” del telo, due per colore, che si incrociano quasi a formare una clessidra. Viene proposto un gioco: scambiarsi di posto! E non è una cosa da poco! Soprattutto se lo scambio avviene con il rispetto dell’incontro. I bambini, infatti, procedono tranquillamente, e alcuni usano addirittura unicamente lo sguardo per concordare, nel punto di incontro, chi si sposterà e chi tornerà indietro per lasciare passare l’altro.
L’intensità e la limpidezza degli sguardi incantano chi ha la fortuna di coglierli.
Altra proposta: le statue! Come per magia i bambini si trasformano in statue, assumendo pose da loro inventate e restando immobili per tutto il tempo in cui il “mercante” li osserva, accompagnato dal direttore di questo creativo “museo”, che spiega al mercante il titolo e il significato di ogni opera! A qualche statua scappa un sorriso che lascia intravedere la soddisfazione per l’esser riusciti, da soli, ad esprimere tante cose meravigliose.
Poi le conduttrici – resti tra noi, sono loro ad impersonare il mercante e il direttore – invitano i genitori dei bambini ad unirsi, e così anche loro si ritrovano ad assumere forme, cercando di “sintonizzarsi” sulle statue inventate dai loro figli. Sembra facile, ma non lo è! Per non parlare dell’altro gioco al quale vengono invitati: passare sotto al telo, scambiandosi, mentre i loro figli lo fanno volare in alto, tenendolo ai bordi. E i bambini sono davvero bravi in questo, il telo si gonfia alto, come se sotto ci passasse il vento. Hanno capito bene quanto è importante cooperare per riuscire ad ottenere un obiettivo comune, armonizzando ogni azione. Ma non è che forse ci stanno insegnando qualcosa?
Ci salutano impersonando tanti pagliacci, con un simpatico naso rosso. Si muovono come piccoli attori, sembrano divertiti e per niente spaventati dal trovarsi davanti ad un pubblico, tant’è che con scioltezza, seguendo le indicazioni dei due pagliacci “grandi” che li aiutano accompagnandoli e mostrando loro delle pose, riescono a costruire un quadro vivente.
La soddisfazione si legge chiaramente nei loro occhi e nei loro sguardi, sembrano sicuri, e forse è proprio questo che si porteranno con sé: la sicurezza di poter esprimere liberamente ciò che sono in quello che fanno, la consapevolezza di sé, la possibilità di immedesimarsi in altri ruoli, quindi in altre persone, e di capirle, anche solo con lo sguardo, impegnandosi per entrare in sintonia, per confrontarsi, e per unire le forze, affrontando anche le piccole sfide che fanno crescere, perché avranno scoperto che lo possono fare, che hanno dentro di sé le risorse per farlo, aiutati da “basi sicure”, adulti di riferimento che danno sicurezza, in un contesto che permette di esprimere se stessi nell’incontro con l’Altro.
Alessia Amharai